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Campioni d’Europa!

Avevo già scritto il mio editoriale e questa mattina avrei dovuto inviarlo, ma ieri la nostra nazionale ha vinto il campionato europeo di calcio e non ho resistito al desiderio di commentare l’evento. Mi asterrò da valutazioni tattiche, dal giudicare i cambi o le scelte fatte da Mister Mancini, anche se come è risaputo, in Italia ci sono 60 milioni di Commissari Tecnici della Nazionale ed io sono sicuramente parte del gruppo.
Il cammino degli azzurri è stato entusiasmante ed oggi i commentatori più qualificati attribuiscono gran parte del merito all’allenatore, con cui orgogliosamente condivido il luogo di nascita.

L’hanno definito visionario per aver individuato un obiettivo ambizioso da condividere ed in grado di motivare l’ambiente.
La scelta dei giocatori, mix equilibrato di esperienza ed entusiasmo, ma tutti ugualmente pronti a mettersi a disposizione del gruppo, di cui indistintamente si sono sentiti parte, non importa se scendevano in campo dal primo minuto, subentravano a partita in corso o se restavano in panchina. Mancini ricorda che solo tre anni fa nessuno credeva ai calciatori italiani e la sua stima veniva scambiata per pazzia.
Infine la leadership del Commissario Tecnico che ha sempre difeso i suoi ragazzi lodandoli in tutte le interviste ed attribuendo loro il merito dei successi che strada facendo si stavano raggiungendo.
Sembra una lezione sulla gestione dei gruppi!
Quasi sempre i successi sportivi sono riconducibili alla capacità dell’allenatore di fare gruppo, così era stato nel 2006 e nel 1982.
Ma nonostante questi esempi virtuosi, alcuni imprenditori e manager dimenticano l’insegnamento.

I quotidiani di tutto il mondo usciti oggi 12 luglio, celebrano la vittoria della nostra Nazionale e qualcuno arriva a considerarla come il segnale della rinascita italiana. Anche alcuni giornalisti di casa nostra si sono spinti nella stessa direzione, ricordando come ad esempio il 1982 segnava l’uscita dell’Italia dagli anni di piombo e dava inizio ad un periodo di prosperità, così come si auspica che questa vittoria possa sancire la fine della pandemia e l’avvio di una rinascita.

In realtà qualche segnale si era avuto nei giorni scorsi, quando più di un organismo economico aveva rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell’Italia. Non hanno avuto lo stesso impatto emotivo come la vittoria del Campionato Europeo di calcio, ma per il nostro Paese sono comunque un buon motivo per festeggiare.

Bankitalia in linea con i principali organismi economici internazionali, ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell’economia italiana nel triennio 2021-23 ipotizzando una più 4,9-5% del PIL nel 2021, del 4,5% nel 2022 e una crescita del 2,3%, più contenuta ma sempre molto positiva, nel 2023“.
Gli analisti di Oxford Economics in un report inviato ai propri clienti si sono spinti oltre accreditando il PIL italiano di una crescita che quest’anno dovrebbe raggiungere il +5,5% ed il +4,8% nel 2022.
Numeri che nel nostro paese non si vedevano dagli anni ’60.

Banca d’Italia tradizionalmente poco incline al facile entusiasmo, è ottimista sulla crescita dell’economia italiana ma avverte che questa “è fortemente dipendente dall’efficacia delle misure di sostegno e rilancio finanziate col bilancio nazionale e con i fondi europei, tra cui quelle delineate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)”.
Cosa vuol dire tutto ciò?

Bankitalia ci ricorda che le previsioni sulla crescita del PIL sono un risultato che possiamo raggiungere ma non ancora acquisito. Tutto dipenderà dalla capacità che l’Italia dimostrerà nel spendere in modo corretto e nei tempi previsti, le risorse che verranno messe a disposizione dall’Europa.

Questa volta tutti dovremo dare il nostro contributo per ostacolare qualsiasi tentativo di perseguire un meschino tornaconto immediato, a danno di scelte che possano determinare un rilancio del nostro sistema paese.
Oltre alla crescita a breve infatti, con gli investimenti del Pnrr, verranno poste le basi per il futuro dell’Italia. Quindi nessuno dovrà sollecitare scelte che determinino benefici personali di breve periodo, sia che questa possa favorire la rielezione di un politico, un vantaggio per un imprenditore o una classe di lavoratori.

Anche la vittoria agli europei potrebbe dare una mano e non solo in termini di autostima, ma perché esistono numerose ricerche che valutano l’impatto positivo delle grandi vittorie calcistiche sul Pil del paese che le ottiene di oltre mezzo punto percentuale.
Coldiretti dichiara che la vittoria può significare per l’Italia un possibile aumento aggiuntivo di 12 miliardi, “si tratta dell’effetto positivo del prestigio internazionale che sui mercati significa aumento delle esportazioni Made in Italy “.

Dopo aver trionfato in Europa sul rettangolo verde, l’Italia deve dimostrare di eccellere anche per le scelte che farà, dando prova di competenza e senso di responsabilità a tutti i livelli.
In questo momento può sembrare una affermazione impopolare, ma quello che potremmo “vincere” vale più della coppa sollevata dal capitano degli azzurri!

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