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L’Italia ha la panchina corta!

Non intendo parlare della rosa della Nazionale di Mister Mancini in vista dei prossimi incontri per accedere alla fase finale del campionato mondiale di calcio. La mia riflessione riguarda piuttosto la situazione politica, dove anche per l’elezione del Presidente della Repubblica, sembrano mancare nomi nuovi da far scendere in campo.
L’elezione del capo dello Stato da alcuni mesi si trova al centro delle preoccupazioni dei nostri politici, tutti ne parlano ma senza dire quasi nulla. Esponenti di primo piano dei partiti glissano alla domanda sui nomi da proporre, dicendo che l’aspetto rilevante è il profilo di alta moralità, competenza e capacità di unire e rappresentare le diverse anime della nostra Nazione.
Considerazioni condivisibili per quanto ovvie.
Ma se si prova ad individuare qualche nome che risponda a questo profilo, tutto sembra diventare complicato, come se la politica non fosse in grado di esprimere la candidatura di un uomo competente e perbene.
Così c’è chi ostinatamente in modo più o meno esplicito, continua a pensare ad un Mattarella bis che consentirebbe a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi, evitando qualsiasi cambiamento che possa criticizzare il labile equilibrio raggiunto dal sistema. Soluzione che eviterebbe l’interruzione della legislatura, evento che in Parlamento tutti temono, alcuni per la stabilità del Paese altri per dover rinunciare anzi tempo ad una poltrona a cui probabilmente non avranno più accesso.
Ci sono le candidature di ultraottantenni che garantirebbero sicuramente esperienza, ma forse non rappresentano un segnale positivo per una Italia che ha bisogno di rinnovarsi ed aprirsi al futuro.
Il panorama delle candidature sembra essere così limitato, che nei giorni seguenti la morte di Davide Sassoli, qualcuno ha detto che lui aveva il profilo ideale per essere il nuovo Presidente.
E se fosse l’ora di una donna al Quirinale? Alcuni lo sostengono non so con quanta convinzione, ma siccome il gender gap è un problema reale che in questi due anni di pandemia si è ulteriormente aggravato e le donne rappresentano la maggioranza degli elettori, è opportuno dimostrarsi aperti a questa eventualità. Quindi sono stati fatti i nomi della Cartabia, Bonino, Moratti, Casellati, Bindi ed altre ugualmente degne per profilo di essere candidate, ma non sono sicuro che sia la volta buona!
Ma il problema della panchina corta trova la sua rappresentazione più evidente se si parla di Mario Draghi. È indubbio che per usare un termine sportivo, si tratti di un fuoriclasse che il mondo ci invidia, ma arrivare a constatare che lui, un non politico, sia il miglior nome per la Presidenza della Repubblica e per quella del Consiglio significa ammettere che la classe politica non ha nomi di uno standing adeguato da proporre per guidare l’Italia in un momento di grande complessità come quello attuale.
I leader politici sembrano essere molto attenti a cercare di salvaguardare equilibri, essere visibili ed attivi ma senza esporsi. In questa partita fatta di mosse e contromosse, sottili strategie e incontri interlocutori, nomi su cui convergere e divergere, tavoli in cui tutti vorrebbero dare le carte ma non si è ancora capito se c’è qualcuno che vuole giocare, tutti intenti a costruirsi un ruolo da poter spendere in futuro, nessuno sembra chiedersi: cosa serve all’Italia?
Le sfide ancora aperte sono molte ed altrettante sembrano profilarsi.
La pandemia non ancora battuta, le riforme da portare a termine in accordo con quanto previsto per l’accesso ai fondi del PNRR. L’utilizzo delle risorse del Piano per risolvere alcuni problemi atavici e consentire all’Italia di intraprendere la strada per il futuro.
La crescita economica minacciata dagli aumenti del costo dell’energia e dall’inflazione conseguenti all’aumento repentino della domanda. Fenomeni che potrebbero non esaurirsi nel brevissimo a cui il Governo sta cercando di dare una risposta che però non guarisce dalla malattia ma ne attenua i sintomi. Come ha dichiarato il Ministro Cingolani difficilmente si può ipotizzare che periodicamente vengano messe a disposizione risorse cash per moderare l’impatto dell’aumento dei costi dell’energia. Risorse che dovrebbero essere trovate all’interno del bilancio e quindi stornate da qualche altro intervento o derivanti dall’aumento del deficit, non facile da attuare in questo momento. Quindi è necessario immaginare soluzioni che magari non generano risultati immediati, ma siano in grado di evitare che il problema si ripresenti in futuro.
Il nostro Paese ha necessità di qualcuno che abbia il coraggio e la forza di fare scelte difficili e lungimiranti per creare le condizioni di un futuro migliore.
L’occasione non si ripresenterà e quindi non può essere sprecata.
In una situazione complessa ma estremamente sfidante, la politica sembra essere ancora una volta in difficoltà.
Magari quando la rivista uscirà saranno iniziate le votazioni ed il panorama si sarà rischiarato e sarà stato trovato il nome su cui far confluire i voti delle diverse forze politiche.
Sarebbe un buon modo per iniziare bene il nuovo anno.

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