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Prepararsi al cambiamento

Nei giorni scorsi anche l’ufficio studi di Confindustria, così come già fatto da altre istituzioni nazionali ed internazionali, ha ipotizzato una crescita del PIL italiano per il 2021 superiore al 6% e la possibilità di superare il 4% nel 2022. Ovviamente anche gli esperti di Viale dell’Astronomia non si esimono dal metterci in guardi da possibili ostacoli che potrebbero essere incontrati sulla via della crescita. Tra queste il costo dell’energia, la carenza di materie prima e l’inflazione. In generale comunque la sensazione è che il traguardo fissato dal Governo di una crescita del PIL nel biennio 2021-22 del10% sia raggiungibile.
I fattori che stanno rendendo possibili tali risultati sono il successo della campagna di vaccinazione, una domanda interna vivace e la dinamicità dei servizi.
Se con la memoria torniamo indietro di un anno è indubbio che le prospettive sono profondamente diverse, allora stavamo per entrare in un secondo lockdown, ora l’allentamento delle residue restrizioni sembra un obiettivo a portata di mano.
Penso si possa affermare, senza timore di smentita, come il primo dei fattori citati sia il presupposto per gli altri due, cioè crescita della domanda interna e la vitalità dei servizi. Infatti anche con una lettura superficiale si può ragionevolmente supporre che se le persone non sono costrette in casa, possono tornare ad effettuare acquisti e frequentare bar e ristoranti.
L’argomento vaccini in questo momento è piuttosto divisivo come hanno dimostrato i recenti fatti di piazza, ma personalmente ritengo che se la stragrande maggioranza degli italiani non si fosse vaccinata, oggi saremmo costretti a confrontarci su un futuro sicuramente peggiore.
In tal senso apprezzo la fermezza dimostrata dal Premier nel portare avanti con coerenza quanto pianificato. Certo Draghi non deve rincorrere il consenso, ma ritengo che definire degli obiettivi, una strategia per perseguirli e poi implementarla con determinazione, come sanno bene gli imprenditori ed i manager, sia una dimostrazione di responsabilità e come tale possa essere apprezzabile in chiunque abbia un ruolo di guida. Poi il giudizio verrà espresso sui risultati!
La crescita ipotizzata è anche conseguenza degli investimenti pubblici che saranno resi possibili dai 221,5 miliardi di euro del pacchetto Next Generation Eu, se poi come si auspica, questi saranno in grado di attivare anche investimenti privati, le risorse messe in campo saranno ancora più ingenti rendendo possibile quanto scritto nella nota di aggiornamento al Def, cioè che il nostro paese potrà avere “una fase di vera e propria espansione economica, che porterà la crescita del Pil e dell’occupazione nettamente al di sopra dei ritmi registrati nell’ultimo decennio”.
Uno degli ambiti principali verso cui verrà destinata una quota ingente di queste risorse è quello della trasformazione digitale. Gli interventi che possono essere ricompresi in questo ambito, rappresentano una opportunità per ridisegnare e migliorare i processi che governano il business delle imprese.
Le aziende che sapranno farlo otterranno un vantaggio competitivo spesso difficilmente imitabile. Infatti i competitors potranno vedere l’esito dell’intervento, ma in molti casi non riusciranno a determinare come ottenerlo. Se il vantaggio derivante dalla digitalizzazione proviene da processi, competenze e informazioni che operano in modo sinergico, per i concorrenti non sarà infatti sufficiente adottare una singola tecnologia o un processo per ottenere il medesimo vantaggio competitivo.
In tal senso la trasformazione digitale non è un problema di tecnologia, ma di strategia.
Ovviamente in questo ambito ci sono importantissimi spazi di intervento per i consulenti dato che tali interventi riguarderanno la definizione delle strategie, i processi interni le relazioni con i clienti e fornitori ed ovviamente il personale. Quindi praticamente tutti coloro che a diverso titolo operano nel mondo della consulenza di impresa, saranno coinvolti dai loro clienti e potranno dare un fattivo contributo ai processi di trasformazione digitale.
Ovviamente tali trasformazioni non riguarderanno solo il mondo delle imprese ma anche quello degli studi professionali. Per continuare ad essere protagonismi in un mondo che si preannuncia in rapido e significativo mutamento, dovremmo tutti rivalutare criticamente le nostre modalità operative.
Il Presidente Miani nella sua intervista affronta il tema del cambiamento nella professione del Commercialista, ma ritengo che tali riflessioni dovrebbero essere estese a tutte le categorie dei consulenti.
I cambiamenti che ci troveremo ad affrontare nella “nuova normalità” saranno probabilmente così profondi che imporrà a tutti una riflessione e spesso una revisione del modo di esercitare la propria professione.
Una sfida importante da cui sarà impossibile sottrarsi.

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