Una italiana applaudita in Europa
Bebe Vio è stata ospite d'onore all'Europarlamento su invito di Ursula Von der Leyen dove gli è stato tributato un lunghissimo applauso da tutti gli eurodeputati. La Presidente della Commissione Europea ne ha tessuto le lodi sottolineando come la vita dell’atleta italiana sia stata un contrasto alle avversità. Nel presentarla ha raccontato che Bebe ad aprile ha rischiato di morire, ha subito un delicato intervento chirurgico e dopo 119 giorni, ha vinto una medaglia d’oro alle paraolimpiadi. Un risultato che come quelli raggiunti nella sua carriera sono il frutto di coraggio, impegno e determinazione.
Anche l’economia italiana, per altro come quella di molti paesi europei e non solo, non molto tempo fa era esanime ed oggi secondo le stime degli organismi economici internazionali e nazionali sembra essere in piena salute. Le previsioni del PIL per il 2021 sono sempre più ottimistiche come hanno dichiarato gli ospiti alla quarantasettesima edizione del Forum Ambrosetti concluso pochi giorni fa. Quello che ancora non sappiamo è se il risultato è frutto di lavoro ed impegno, come nel caso di Bebe Vio o la conseguenza di alcune congiunture favorevoli: la ripresa della domanda globale, il rimbalzo dell’economia, la ritrovata credibilità internazionale, i fondi EU, ecc.
Probabilmente la verità è come sempre nel mezzo, in parte condizioni favorevoli ed in parte bravura.
Acquisito il risultato positivo della nostra economia, che non sappiamo se ci farà conquistare l’oro ma sicuramente ci porterà sul podio, la domanda che molti esperti si stanno ponendo è: sarà vera gloria? Cioè saremo in grado di porre le basi per una crescita solida facendo le riforme necessarie e utilizzando le risorse che giungeranno in Italia nei prossimi anni per innescare un processo virtuoso, oppure terminate le risorse del PNRR torneremo ad una crescita di zero virgola così come avvenuto negli ultimi anni?
Oltre alla buona volontà e l’impegno degli italiani che in questi due anni hanno dimostrato doti di resilienza e forza di volontà forse inaspettate, dipenderà anche dalle scelte politiche.
Il presidente Draghi ha dimostrato di avere la credibilità e la forza per tenere la barra dritta muovendosi con poche dichiarazioni e scelte decise verso gli obiettivi individuati dall’esecutivo.
Bisognerà vedere se vorrà rimanere al suo posto o accettare la proposta di candidarsi per il Quirinale. Per dirla con le parole di Prodi ad una intervista al Corriere della Sera, se sceglierà un grande potere limitato nel tempo, o meno potere ma grande autorità per un tempo molto più lungo.
I partiti dell’ampia coalizione di governo sembrano impegnati in azioni tattiche che possa garantire loro qualche momento di visibilità, nessun grande progetto ideale nessuna battaglia per la trasformazione della società, solo schermaglie per acquisire un po’ di consenso o per differenziarsi dai competitors.
Forse dopo le amministrative, anche in relazione ai risultati ottenuti il quadro sarà più chiaro. La posta in gioco per i partiti è alta, vista la rilevanza dei territori chiamati alle urne e gli esiti delle consultazioni probabilmente aiuteranno a capire qual è l’entità delle forze in campo e come queste vorranno disporsi in futuro.
Per ora la situazione sembra quella di un Gran Premio in cui sia entrata la safety car (Mario Draghi), tutti in coda disciplinatamente, preoccupandosi di controllare gli altri concorrenti in attesa che la competizione possa riprendere.
L’autunno presenta numerose sfide da affrontare riforme da mettere in campo o portare a termine, consentire a tutti di riappropriarsi di una buona dose di normalità riavviando la scuola in presenza, il lavoro a contatto con i colleghi, il cinema, il teatro o lo stadio per i momenti di svago. Per questo è necessario di continuare a profondere un impegno forte di contrasto alla pandemia per evitare che una sua eventuale ripresa possa vanificare gli sforzi sino a qui compiuti con disciplina e rigore dagli italiani.
Per l’Italia come ripetono in molti è una occasione irripetibile, l’opportunità per un cambiamento paradigmatico nella nostra vita politica, economica e sociale. Forse una sfida impossibile ma parafrasando Bebe Vio: se sembra impossibile allora può essere fatto. Sono certo che lei commenterebbe che sarebbe una figata!
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