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Le battaglie d’autunno per il futuro dei professionisti e del lavoro

Intervista a Marina Calderone, Ministra del Lavoro, già Presidente del Consiglio Nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro

Settembre 2021

Domanda. Presidente Calderone, quali sono i temi caldi per le professioni nel prossimo autunno?
R. La ripresa dei lavori parlamentari è l’occasione per continuare il confronto tanto in materia di equo compenso quanto sul disegno di legge per la malattia del professionista. Non possiamo però dimenticare l’attualità, con l’avvio dei progetti collegati al Recovery Plan e il collegato Portale del Reclutamento che coinvolge tutti gli Ordini professionali a seguito del protocollo d’intesa firmato con il Ministero della Pubblica Amministrazione. Senza dimenticare la questione Green Pass.

D. Partiamo dal Green Pass. Qual è il suo punto di vista?
R. Abbiamo bisogno di norme chiare, inequivocabili, non suscettibili di interpretazioni fantasiose e che non ci facciano fare un percorso ad ostacoli attraverso tutte le ipotesi di deroga che rendono difficile individuare chi è obbligato e chi invece no. Servono strategie che ci permettano di evitare nuove chiusure, altamente deleterie per il tessuto economico del Paese. Tra l’altro, la stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in una pronuncia dello scorso 24 agosto ha affermato che non è illegittimo il licenziamento di un lavoratore no-vax, se l’obbligo all’inoculazione del vaccino è esteso per legge a tutti i lavoratori a vantaggio della popolazione.

D. Salute da tutelare, anche per i professionisti…
R. Più volte nel corso dei lunghi mesi della pandemia ci siamo trovati a sottolineare che le norme emergenziali non sono state capaci di tutelare tutti, continuando a trattare differentemente i lavoratori dipendenti e gli autonomi. Solo all’inizio dell’estate siamo riusciti a salutare la norma con cui si sospendevano gli obblighi e i pagamenti nel caso di malattia da Covid-19 del professionista. La buona notizia è che l’apertura sul tema avvenuta attraverso l’articolo 22-bis della legge n. 69/2021, inserito nella fase di conversione del decreto Sostegni, ha permesso al disegno di legge sulla malattia del professionista di riprendere il suo iter parlamentare per l’ampliamento delle tutele ben oltre quelle “pandemiche”. D’altra parte, per la Costituzione la salute è un diritto fondamentale degli individui. Anche quella dei professionisti, che nell’anno della pandemia non sono stati risparmiati dalle conseguenze peggiori del contagio.
Pertanto, una legge che rinvia i termini degli adempimenti in caso di malattia non può essere accantonata perché ritenuta causa di ipotetico mancato gettito per le finanze dello Stato, motivazione avanzata in marzo dalla Ragioneria Generale. Gli iscritti agli Ordini meriterebbero ben altra considerazione per Intervista a Marina Calderone, Presidente del Consiglio Nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro avere garantito all’erario, comunque, l’atteso gettito fiscale anche durante l’emergenza sanitaria. Si tratta, in fondo, di riconoscere al professionista quanto assicurato normalmente ai lavoratori dipendenti che, quando si ammalano, non devono preoccuparsi di eventuali conseguenze sanzionatorie per la loro assenza dal posto di lavoro.

D. E poi c’è la questione dell’equo compenso…
R. Sì, un tema su cui c’è un accordo trasversale tra le Categorie professionali. A dimostrarlo la modalità del confronto in Parlamento, sia come singoli Ordini sia attraverso ProfessionItaliane, l’Associazione che raggruppa il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete delle Professioni Tecniche.
Il provvedimento all’esame del Parlamento va nella giusta direzione anche se può essere migliorato, in particolar modo in riferimento… continua a leggere sul magazine

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