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L’anno che verrà. 2023

Un anno fa il mondo stava affrontando numerose prove estremamente impegnative.

Un anno fa il mondo stava affrontando numerose prove estremamente impegnative.

Nel gennaio 2022, la variante COVID-19 Omicron si stava diffondendo rapidamente. Le catene di approvvigionamento frammentate avevano difficoltà a soddisfare una domanda record che generava un aumento dei prezzi delle materie prime cresciuti fino al 30 percento, delle tariffe di spedizione globale dei container quasi decuplicate e delle tariffe di trasporto interno delle merci.

L’inflazione stava raggiungendo quelli che all’epoca sembravano i livelli massimi possibili ma che nel corso dell’anno sarebbero stati superati.

Da marzo 2020 a novembre 2022, i prezzi al consumo sono aumentati di quasi il 16% negli Stati Uniti, del 15% nell’eurozona e nel Regno Unito, del 16% in India e del 21% in Brasile. Questi aumenti sono da due a tre volte maggiori di quanto ci si sarebbe aspettati sulla base dei risultati pre-COVID-19. Anche in Giappone, che da decenni combatte la deflazione, i prezzi a novembre 2022 sono aumentati del 3,8% rispetto ai 12 mesi precedenti.

L’inflazione ha determinato consumi più bassi ed un potere d’acquisto più debole con un conseguente rallentamento delle vendite al dettaglio nella maggior parte delle economie avanzate. Negli Stati Uniti e nell’Eurozona, le vendite al dettaglio sono diminuite rispettivamente del -0,6% e del -1,8% a novembre (mese su mese) nonostante i tradizionali acquisti natalizi.

Parallelamente c’era la speranza che le peggiori ripercussioni della pandemia fossero passate e quindi ci fosse la possibilità di ritornare gradualmente ad una normalizzazione della situazione.

Ma a febbraio le speranze sono svanite quando la Russia ha invaso l’Ucraina. La guerra ha innescato forse la peggior crisi umanitaria in Europa dalla seconda guerra mondiale, una crisi alimentare ed energetica globale, dando nuovo vigore alle perturbazioni negative in atto.

Ci sono stati alcuni decenni in cui il cambiamento è avvenuto con estrema gradualità mentre negli ultimi tre anni le discontinuità con il passato sembrano essere continue. Dal 2020 abbiamo dovuto affrontare la pandemia di COVID-19, l’invasione russa dell’Ucraina l’aumento del costo della vita che ha rappresentato un ulteriore elemento di criticità, il tutto in un contesto di accresciute tensioni geopolitiche.

Risultati migliori delle aspettative Nonostante il quadro complessivo della situazione economica fosse estremamente fosco, gli istituti internazionali hanno mantenuto stime di crescita positive per il 2022, basate principalmente su una migliore performance nella prima metà dell’anno ed anche le stime per il 2023 sono meno negative di quelle fatte in precedenza.

I prezzi dell’energia che hanno avuto un impatto molto significativo sull’inflazione in questi ultimi mesi sono scesi in modo significativo: i prezzi del gas naturale in Europa sono diminuiti dai 350 € per megawattora in agosto a 65 € il 4 gennaio 2023.

In Cina, il governo si è distaccato dalla sua politica “zero COVID”, per ridurre l’impatto negativo che questa aveva sulla situazione economica ed i dati più recenti lasciano intravedere i primi risultati positivi.

Il recupero dei livelli di attività pre-crisi appare generalizzato tra i paesi seppure con intensità diverse. Confrontando il valore del Pil destagionalizzato e misurato a prezzi concatenati nel terzo trimestre del 2022 con la media del 2019, l’Italia ha segnato un deciso miglioramento (+1,3%) superiore a quello delle principali economie europee (+1% Francia, +0,4% Germania e -1,6% Spagna).

Quello che è accaduto potrebbe aver indotto alcuni ad avere in certi momenti un atteggiamento pessimistico, eppure anche nelle difficoltà l’Italia è andata avanti riuscendo a generare risultati superiori alle aspettative.

Nel prossimo anno, nell’ipotesi che inizi una fase di decelerazione dei prezzi dei beni energetici, si abbia un andamento favorevole degli investimenti, sostenuti da quelli pubblici legati all’attuazione del PNRR, l’economia italiana dovrebbe far registrare una crescita che sembra proseguirà con ancora maggiore slancio nel 2024.

Tutto ciò dovrebbe indurci a guardare l’anno appena iniziato con un certo ottimismo.

Dopo due anni i cui con notevoli sforzi, siamo riusciti a garantire alla rivista una periodicità mensile, abbiamo deciso che dal prossimo numero Consulenti ed Impresa diverrà bimestrale. Le difficoltà dovute ad una disponibilità di risorse limitata ha imposto alla redazione di dover scegliere tra qualità e quantità.

Riuscire a mantenere la cadenza mensile garantendo ogni volta contenuti di qualità stava diventando estremamente difficile. Ma siccome la rivista rappresenta tutti noi agli occhi delle migliaia di aziende e professionisti che mensilmente la ricevono, la scelta è stata obbligata: la qualità non poteva essere messa in discussione.

L’Editoriale a cura di Marco Galdenzi

Consulente e formatore affianca le aziende per migliorare i risultati nelle aree commerciale e marketing.
Da quasi trenta anni lavora come consulente di direzione, occupandosi di progetti di sviluppo e riorganizzazione, dal punto di vista sia strategico che operativo. Svolge attività di formazione in corsi aziendali ed interaziendali. Dal 2001 è docente presso l’Università degli Studi di Teramo, dove ha insegnato Tecniche della comunicazione pubblicitaria, Marketing, Economia e gestione delle imprese e Tecniche di vendite. E’ stato coordinatore scientifico del Master in Pianificazione Strategica in Pubblicità.

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